Mangiare in Kenya. Si ma cosa?
La cucina kenyota è composta da numerose specialità composte da carne e vegetali, ma soprattutto dal latte di cocco.
Ecco cosa degustare del cibo locale
In passato la fonte di cibo dipendeva da ciò che la natura poteva offrire quindi i cibi della tradizione sono molto semplici ma anche molto sostanziosi,
L’ingrediente principale è il madafu, ovvero il latte di cocco. Questo non è il liquido che si trova all’interno della noce (che è invece acqua aromatizzata), in realtà si ottiene grattando l’interno del guscio con un arnese chiamato mbuzi. La polpa del cocco viene poi inserita in un contenitore (kifumbu) realizzato con foglie di palma in cui viene versata dell’acqua e con un sistema di filtrazione esce il vero latte di cocco. Il madafu viene utilizzato come condimento per molti piatti alla griglia come il pesce (samaki wa kupaka), la carne (nyama choma), il pollo (kuku masala) ma anche come condimento per il riso (pilau).
ceAltro piatto che caratterizza il Kenya è l’ugali, ovvero una polenta realizzata con acqua e farina di mais. Vista l’economicità del prodotto, viene usata in quasi tutte le famiglie Kenyote ad ogni pasto e spesso viene usata a mo di cucchiaio per raccogliere i cibi dal piatto visto che l’usanza da queste parti è di mangiare con le mani.
In Kenya non viene usato pane lievitato ma potete trovare il chapati, molto simile alla nostra piadina, i mandaazi (panini non molto dolci farciti e fritti) o il mkate mayai, “la pizza africana”.
Tutti i piatti vengono accostati da verdura come le malenge (zucche), mchicha (spinaci), githeri (fagioli e mais), supuja pojo au maharagwe (zuppa di lenticchie e fagioli)
Le samosa sono un altro piatto che troverete in ogni ristorante tipico. Dei piccoli involtini di pasta ripieni di carne, pesce o verdure). Nella nostra escursione al Crab Shack ne potrete assaggiare di squisiti ripieni di granchio.
Ovviamente non manca il pesce, soprattutto nella zona costiera: potete trovare il Red Snapper, il tonno pinna gialla (ma anche il più raro pinna nera), i taffi (piccoli pesci che costano davvero poco) ma anche calamari, polpi, cernie, cefali, orate, gamberi, granchi ed aragoste.
Da non dimenticare la frutta: oltre al cocco e le banane è squisito il mango, la papaya o il frutto della passione.
A cosa devo fare attenzione?
Sicuramente la prima regola è quella di non bere acqua del rubinetto che non è sempre potabile e che comunque potrebbe portare a dei disturbi intestinali. I negozi ed i ristoranti sono molto forniti e potete trovare acqua in tantissimi luoghi senza problemi, vi consigliamo di usarla anche per lavare i denti.
Anche se il paese è prevalentemente musulmano, potete trovare anche dell’ottima birra locale a prezzi molto accessibili, oltre a coca cola, fanta, sprite e le bevande più comuni.
Alcolici e superalcolici, si trovano senza alcun problema ma hanno un costo più elevato anche rispetto all’Italia. Potete trovare tranquillamente dell’ottimo vino italiano e sudafricano nei vari ristoranti di Watamu e Malindi, ma anche negli shop locali a prezzi abbordabili.
Se soffrite di disturbi intestinali, prediligete sempre i cibi cotti, frutta con buccia ed evitate il ghiaccio se non siete sicuri della provenienza.
Il mango più buono che abbia mai mangiato era in Kenya… aaaaaaaaaah lo vogliooooooooooo
Appena tornati dal Kenya… con piccole attenzioni (tipo lavandosi i denti con l’acqua in bottiglia) non c’è nemmeno bisogno di prendere medicine!
Al limite preparatevi prima di partire con qualche fermento lattico da prendere anche durante la vacanza… HAKUNA MATATA
Sarà che è ora di pranzo ma ho ancora l’acquolina in bocca per le Samosa al granchio del Crab Shark! ?
Ciao ragazzi!!!!